Questo sito utilizza cookies per migliorare la tua esperienza utente. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookies.

Articoli

Patrizia Laquidara

Patrizia LaquidaraIspirandosi alla grande tradizione che ha voluto il Teatro Civico protagonista delle serate di ballo di questa città, Patrizia Laquidara intesse un omaggio emozionante che non manca di ironia.
Canta accompagnata da un’orchestra quel repertorio che rieccheggia 
ancora dei passi di danza, delle storie , dell’immaginario delle generazioni dagli anni ‘30 agli anni ‘60. Riscoprendo gemme quali Come pioveva, Smile, Eclipse, tra Napoli, Pigalle, gli studi EIAR, Baires e Broadway. Storie che parlano di sentimenti, paure e speranze intessute nelle onde radio, delle oscurità e delle rinascite che popolano il mondo del XX secolo, degli echi esotici di ritmi da ballo venuti da lontano e portati dal vento della guerra che si placava in brezza profumata di dolce vita. Storie che facevano sognare intrecciando l’immaginario popolare italiano con le suggestioni del grande cinema hollywoodiano, un’intera generazione ipnotizzata dai passi sinuosi di Ginger e Fred, dal trombone e dallo swing di Glenn Miller, dalla tormentata voce di Billy Holiday che canta Strange fruit e dall’altra parte dell’oceano l’austera e sofferta femminilità di Edith Piaf musa della sua misteriosa e conturbante Parigi. E pochi lustri prima le stesse generazioni e quelle precedenti inesorabilmente dirette verso il baratro che risucchio’ il mondo confortate dalla voce suadente di Vittorio DeSica che canta la sua Mariù, aggrappate all’illusione di una vita fatta di amori spensierati e bel mondo. Le canzoni di quegli anni a ben guardare sono cronaca sublimata in poesia popolare. L’essenza di certo ‘900.
…e la nave va.

I Video

NewsLetter

Devi prima registrarti per poterti iscrivere ad una newsletter.
No account yet? Register